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Approfondimenti: trattamento delle lentigo solari e delle chiazze caffelatte del volto

Le lentigo solari o lentigo simplex rappresentano una risposta ad un eccesso di esposizione ad UV specie nella razza bianca sopra i 60 anni. Microscopicamente sono caratterizzate da una lieve iperplasia dell’epidermide, allungamento delle creste interpapillari, aumento della melanina nello strato basale e dei melanofagi nel derma papillare. I melanociti sono in numero normale oppure lievemente aumentati.

Le macchie o chiazze caffelatte sono lesioni piane, debolmente ed omogeneamente iperpigmentate indipendentemente dall’esposizione solare, di forma generalmente tondeggiante od ovalare, a superficie piana e bordi ben definiti, prive di peli terminali. Presenti alla nascita o acquisite nei primi mesi di vita, possono colpire ogni distretto cutaneo e le loro dimensioni tendono a crescere proporzionalmente al segmento corporeo interessato per arrestarsi nell’adolescenza e regredire più o meno marcatamente in età adulta. Hanno una dimensione che può variare da pochi millimetri (chiazza) a molti centimetri (macchia). L’istopatologia delle chiazze caffelatte mostra un numero normale di melanociti ed un lieve aumento di melanina nei cheratinociti, pertanto il trattamento sarà il medesimo descritto per le lentigo solari: a differenza di queste tuttavia il numero di sedute richiesto per l’ottenimento di uno schiarimento sarà superiore (almeno 3 sedute distanziate di circa 4 mesi una dall’altra).

 

Preparazione alla seduta

Prima della seduta è necessario presentarsi con pelle detersa ed asciutta con particolare raccomandazione per ciò che concerne la possibilità possano esservi residui pigmentati di trucco o rimmel che potrebbero essere captati dall’energia luminosa del laser. Possono essere applicate crema anestetiche per alleviare il fastidio, provocato in particolare dalle lunghezze d’onda più brevi, avvertito come bruciore che potrebbe perdurare anche i 10 minuti successivi all’applicazione laser.

 

Indicazioni da osservare dopo il trattamento

Immediatamente dopo il trattamento la zona trattata appare bianca (effetto pop-corn), per la formazione di vapore all’interno del tessuto irradiato, ma tale effetto scompare in poco tempo lasciando una pigmentazione più accentuata per alcuni giorni. Durante questo periodo viene consigliata l’applicazione di una crema antibiotica. La guarigione è rapida (7-10 giorni) e l’epidermide neoformata apparirà di un colorito più intensamente roseo. In questa fase è assolutamente necessario evitare l’esposizione diretta ai raggi solari per almeno 2 mesi, in considerazione della possibilità che si possano determinare esiti dicromici. In caso di necessità viene solitamente prescritta una crema protettiva solare a filtro totale e prodotti locali in grado di rallentare la formazione di pigmento, a base ad esempio di arbutina, acido cogico o idrochinone .

Per questo tipo di trattamento l’esito può essere positivo dopo una sola seduta: un richiamo delle aree iperpigmentate residue potrà essere programmato dopo 3 mesi.

 

Complicanze

Le complicanze più frequenti sono rappresentate dalle iperpigmentazioni, soprattutto in pazienti con carnagione scura, che regrediscono di solito spontaneamente in alcuni mesi, e solo in un 5% circa dei casi possono determinarsi ipopigmentazioni quasi sempre transitorie.

 

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